“Sono un Afghano di 27 anni che vive in Afghanistan/Talibistan e probabilmente unico fan di One Piece qui. Ho guardato la serie e letto il manga da quattro anni a questa parte. A differenza dei miei amici, amavo gli anime della mia infanzia, DBZ e Death Note mi hanno introdotto nel mondo degli anime e fino ad ora ho guardato oltre 50 anime […]
Non riesco ad esprimere bene quanto io ami questa storia. È una storia che mi fa sentire empatico anche con i nemici, una storia che mi ha fatto piangere innumerevoli volte, persino per una misera barca, una storia che mi ha fatto chiedere come funzionano il bene e il male nel mondo, una storia che mi fa riflettere su cosa sia davvero la giustizia, una storia che mi fa venire voglia di salpare per i mari ed essere LIBERO, una storia che mi ha spinto ad avere dei sogni, e una storia che è essenzialmente un’esperienza reale, un viaggio. […]
Questa potrebbe essere la mia ultima interazione con la community di One Piece. Grazie di tutto, Nakama. Non ho ottenuto nulla di così grande da essere ricordato, così ho scritto questa lettera per dirvi che One Piece è vasto e bellissimo.”
Alcuni passaggi del ventisettenne autore della lettera mettono anche in risalto alcune similitudini tra le vicende terribili che stanno avvenendo in Afghanistan ed elementi della trama di One Piece: su tutti, la similitudine tra la minoranza Hazara (di cui fa parte l’autore) e gli Uomini Pesce e le discriminazioni subite o ancora, l’esempio che il ragazzo fa per spiegare come non sia così semplice lottare contro i talebani.
Il ragazzo, infatti, spiega che lottare contro i talebani per la sua minoranza equivale ad uno scontro tra i nove foderi rossi di Wano e Kaido, ma senza l’aiuto di Luffy e della sua ciurma.
Ovviamente, in questa lettera, oltre all’amore per One Piece (che ha dell’incredibile e che non può che far empatizzare con l’autore ancora di più), il ragazzo esprime la sua più grande paura, che è ovviamente la preoccupazione per la vita della propria famiglia.
Questo ragazzo potrei essere io, potreste essere voi o potrebbe essere vostro figlio/a.
Leggere un testo di chi condivide passioni, emozioni e sentimenti vicini a noi non può che generare empatia ed in questo caso dolore, tristezza e paura.
La lettera si chiude con una citazione che, vista la situazione, appare decisamente più buia e dolorosa:
“E fin quando anche uno di voi leggerà o ricorderà questa lettera anonima, io non morirò. “Quando pensi che muoia veramente la gente? Quando viene dimenticata” – Dr. Hiriluk.”
Condivido un articolo di Dr Commodore su questa straziante vicenda: https://www.drcommodore.it/2021/08/23/lettera-one-piece-afghanistan/