
“Vorrei parlare con mio figlio di videogiochi e digitale ma non sono sicuro di come fare”. Questa è una domanda che spesso mi viene fatta durante le mie formazioni con genitori e adulti. Molto spesso noi adulti ci sentiamo estraniati dal mondo digitale di cui fanno parte i nostri ragazzi. Ragazzi che on-line sembrano sicuri di sé ed in grado di muoversi con velocità e competenza.
Altre domande tipiche fatte da genitori e adulti sono: i videogiochi faranno male al cervello di mio figlio? Può venire qualcosa di buono dalle ore passate a giocare a Minecraft? Come posso convincerli a smettere di giocare a Fortnite? Quali sono i videogiochi più adatti alla sua età? Se sei un genitore, probabilmente ti sarai fatto alcune, o tutte, queste domande. Potresti anche aver notato che la maggior parte delle indicazioni diffuse rispetto all’utilizzo dei videogiochi e sull’uso dei media tra gli adolescenti alimentano spesso la paura, la preoccupazione e il disprezzo verso questo universo digitale. Come persona che studia i media e amante dei videogiochi, è frustrante che la ricerca sui giovani e sui media tenda a concentrarsi molto spesso solo sugli effetti negativi. Non nego l’utilità degli studi che esplorano il lato “oscuro” del digitale in quanto forniscono ai genitori informazioni utili su come insegnare ai bambini sane abitudini dei media ma è anche molto importante riconoscere come i media digitali possano effettivamente essere positivi o benefici per i giovani. Attualmente, circa il 97% dei ragazzi adolescenti gioca ai videogiochi: che si tratti di una gara occasionale a Mario Kart a casa di un amico o di una vera e propria ossessione per Fortnite. Ci sarà un motivo per cui il mercato dei videogiochi è sempre più diffuso ed in espansione, no?

Studi recenti hanno scoperto che molti giochi possono avere effetti positivi ugualmente significativi sia per bambini che per i ragazzi. La prossima volta che il tuo bambino o figlio adolescente ti chiederà di scaricare un nuovo gioco, considera quindi come questo gioco potrebbe supportare competenza, autonomia e capacità relazionale. Costruire competenze. Una delle caratteristiche più impressionanti dei videogiochi sono i benefici cognitivi. Gli studi hanno inoltre dimostrato che il gioco può migliorare la coordinazione occhio-mano, la risoluzione di problemi complessi, la memoria e la capacità di un giovane di prestare attenzione per periodi di tempo più lunghi. La “risoluzione non lineare dei problemi”, in particolare, si è distinta per i ricercatori come uno dei vantaggi maggiori offerti dai videogiochi. Nel tempo, i giocatori tendono ad essere più in grado di destreggiarsi tra diverse situazioni di “problem solving” nella vita reale e, nel tempo, a guadagnare voti migliori a scuola. Una tra le più note critiche al medium del videogioco è che l’utilizzo prolungato nel tempo di questo può condurre ad uno stile di vita inattivo o sedentario. È un aspetto che va sicuramente gestito educando al limite e alla capacità di gestire le pause durante le sessioni di gioco.

Esplorare l’autonomia. I giovani di oggi sono molto più limitati in termini di “tempo libero” prima e dopo la scuola rispetto alle precedenti generazioni di loro coetanei. Di conseguenza, si affidano ai media digitali per godersi un tempo significativo e non strutturato assieme ai propri amici. È importante che i genitori cerchino un certo equilibrio tra tempo libero on-line e offline. I giochi possono fornire un portale per i giovani che possono provare in modo sicuro e divertente nuove sfide, il che aiuta a sviluppare il loro senso di motivazione interiore. Inoltre il medium videoludico permette al giocatore di interrompere o cambiare esperienza quando non si sente sufficiente motivato oppure non si trova a suo agio nell’ambiente digitale proposto. Queste possibilità permettono di sentirsi parte di una squadra o apprezzati per le proprie caratteristiche e capacità da un gruppo di pari. Sviluppo della rete relazionale. Il lato competitivo dei videogiochi può avere del potenziale. L’eccezionale diffusione del videogioco tra i giovanissimi rappresenta un fattore di inclusione da non sottovalutare, e la ricerca dimostra come i giocatori in erba abbiano tendenzialmente meno problemi a stabilire relazioni con i propri compagni di scuola, o a partecipare ad attività di gruppo. I ricercatori hanno confermato che cooperare insieme per sconfiggere un nemico comune, reale o immaginario, può rafforzare i legami sociali tra gruppi di giocatori. Alcuni adolescenti (e adulti) usano i giochi digitali per sfuggire o evitare altri tipi di interazione sociale, che può essere percepita come più complessa, difficile, imbarazzante. Ancora una volta educare, stabilire limiti e fare delle pause è fondamentale.Il primo suggerimento è di non denigrare il mondo videoludico dei nostri bambini e ragazzi, ma di capire cos’è che piace e che cosa lo rende così attraente. Per scoprire quali videogiochi sono i più adatti a loro, consiglio di confrontarsi con altri genitori che hanno figli della stessa età, di controllare le valutazioni on-line attraverso siti come www.SocialWarning.it, www.Mamamò.it oppure dal sito di valutazione PEGI.info.

Un altro suggerimento è provare a fare una partita ai videogiochi assieme a nostri figli. Potrebbe essere un momento di intimità familiare in cui avvicinare il loro mondo digitale al nostro.